sabato 14 novembre 2020

COLD CASE

GIRI E RIGIRI (forse non tutti sanno che...)

A volte è incredibile come alcuni termini arrivano a noi...

Forse non ve lo siete mai chiesto (chiedetevelo!), ma l'origine del nome della funzione trigonometrica "seno" è davvero incredibile.

Tutto nasce da Tolomeo (100AD-170AD), forse il più grande matematico dell'antichità, nel suo Almagesto.
Già il nome Almagesto merita una qualche precisazione.

COLD CASE #1
L'Almagesto è il trattato astronomico (universo geocentrico) che diede alla cultura occidentale il supporto matematico necessario a mantenere la Terra al centro dell'Universo, per la convincente e precisa descrizione dei movimenti celesti. Fino all'avvento di Copernico.
Il testo originario era scritto in greco ed il titolo era "Trattato di Matematica".
Successivamente il documento cambiò nome in "Il grande trattato", sottointendendo il termine "di matematica".
Quando il documento venne tradotto in arabo, assunse il nome di "Al-Majisti", contrazione del titolo nel superlativo: "Il più grande".
La versione originale greca del trattato venne perduta nei secoli fino a quando Gerardo da Cremona, alla metà del 1100, tradusse in latino l'unica versione rimasta disponibile, ossia quella araba. Nel farlo, latinizzò anche il titolo che da Al-Majisti divenne Almagesto.

COLD CASE #2
Ma torniamo alla funzione "seno".
Nell'Almagesto, Tolomeo calcola una serie impressionante di lunghezze di corde sottese da angoli progressivi. Al tempo la trigonometria non era nota ed era consuetudine usare le corde in funzione dell'angolo (la corda è il segmento che taglia la circonferenza in due punti: la lunghezza della corda dipende dal raggio della circonferenza e dall'angolo al centro. La corda più lunga che si può ottenere è pari al diametro della circonferenza ed in questo caso, corda(180°)=D).
L'Almagesto giunge in India e l'astronomo Aryabhatiya (550AD), basandosi sul lavoro di Tolomeo, sviluppa una tavola di mezze-corde. Questa tavola prende allora il nome indiano di "jya-ardha" che significa appunto "mezza corda". La tavola, riscuote grande successo e viene abbreviata in "jya" o "jiva" nell'uso quotidiano. Occorre considerare che questi erano strumenti importantissimi per riscuotere le tasse, calcolate sulle dimensioni degli appezzamenti di terreno.
Quando gli arabi vengono a conoscenza di queste tavole, riconoscedone l'importanza, mantengono nella traduzione il termine "jiva", ma poichè l'alfabeto manca delle vocali, il termine viene pronuciato "jiba" o "jaib". Quest'ultima parola in arabo significa "baia" o "tasca" e Gerardo da Cremona tradusse dall'arabo il termina "jaib" con il termine "sinus", appunto "baia", perdendo completamente il significato originario di "mezza corda".

sapevatelo!

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