lunedì 24 giugno 2019

The Embers under the Ashes (la brace sotto la cenere)

Fleishmann e Pons

Sono passati 30 anni da quando, nel 1989, due ricercatori inglesi Martin Fleishmann e Stanley Pons, annunciarono al mondo di aver osservato un fenomeno di produzione anomala di energia dall'elettrolisi di una soluzione di acqua pesante con elettrodi di palladio. Probabilmente l'annuncio che ha scaturito la coda di polemiche, aspettative e vera ricerca può lunga della storia. Una storia che non è ancora finita.
Per capire il lato scientifico di questa ricerca, ho invitato il dott. Francesco Celani, forse il ricercatore più tenace che abbiamo, per una conferenza al Museo di Marghera.
Sono proprio curioso di ascoltare la storia che ci racconterà ed il futuro che ci aspetta.


domenica 16 giugno 2019

Artificial Intelligence

What's next?

How machine learning works and what do we have to expect from A.I. development?
There are opportunities but also risks.
In 2000 year I participated to the development of a quite big Neural Network and Expert System aimed to help doctors in EEG analysis and Epileptic Seizures identification and classification. It worked in an amazing way: we collected more than 10000 samples of EEG traces with specific features (normal samples and anomaly samples) and artifacts. We trained the huge NN and arrived to a complete report with EEG measure (energy over bands) and characterization.
However time was too early and commercial exploitation was ineffective due to marketing poor knowledge and poor vision.
Now time has come.
A.I. is everywhere, from cars to washing-machines.
And probably in weapons, also.
To better understand the state-of-the-art, I invited the Associate Professor at Padua University, Silvana Badaloni, for a public conference on A.I..
Expecting her to show us what's next.



sabato 12 maggio 2018

Un arcobaleno da una singola goccia


Una goccia d'acqua colorata (A single colorful droplet)

May a crystal clear drop of water be colorful? The answer is yes! Rainbow is the proof. But looking at the rainbow we never realize that those wonderful set of colors comes from single drops. Each drop is seen with different angles and this difference is the color. Larger view angles make the drops red, smaller view angles make the drops blue. To better understand the phenomena have a look to the document I wrote some time ago and now reviewed. See this document.


...
During the night some dew formed in the grass. The morning after, while I was walking, I noticed a small spot of colored light in the grass with the tail of my eyes. I stopped myself and I turned my head toward it. No mistakes: that was the rainbow light from a single droplet, red on one side and blue on the other! I run and stumbled into home looking for my camera. I went out trying to find back the position: it was extremely critical! As expected the angle through which I could see the colored drop was very small and the distance to the drop was only a couple of meters. But the spot was so bright! I took the camera and aimed it to the light source in the grass. What a disappointment! No spotlight in the camera! How was it possible! With my eye the light was clear and bright but with the camera, nothing! Then I noticed that I could see the light only with one eye at time. Now my guess is that the eye, with its small pupil, records the light from a very small angle while the camera, with a wide angle lens, collects the light from a wider angle and no colored spots appears. Only 1.74° separate the red ray from the blue ray. So to record the light I used a trick: blur the image, set it out of focus! Doing so, the angle of details cover a much larger area on the sensor: rays from small angles hit the sensor surface at larger distances and… the rainbow magically appeared. A rainbow from a single drop! 














sabato 14 ottobre 2017

Crittografia: come Alice e Bob si scambiarono le chiavi in piazza

Diffie-Hellman-Merkle key exchange

In questo post (testo inizialmente in lingua inglese) descrivo la procedura utilizzata durante le prime fasi del protocollo https, e che permette a due corrispondenti di negoziare una chiave di codifica segreta utilizzando un canale di comunicazione non sicuro. Il testo PDF è disponibile in Diffie-Hellman-Merkle.

In this post I describe the procedure used during initial phase of https protocol, which enable two correspondents to negotiate a secret key to encrypt messages using unsecure channel. PDF text is available at the link Diffie-Hellman-Merkle.

domenica 27 agosto 2017

Crittografia -

Crypto-Tool

In questi caldi giorni d'agosto ho trascorso parte del tempo delle mie vacanze a studiare un argomento che mi ha sempre interessato: la crittografia.
Per farlo, ho acquistato un bel volume, "Understanding Cryptography" di Christof Paar che affronta in modo semplice ma completo (si tratta del corso universitario dell'Università di Bochum-RUR) i temi della crittografia moderna: RSA, DH, ECC, AES, DES ecc. e tutte le implicazioni teoriche e le tecniche di elaborazione.
Per esplorare questi argomenti, ho scritto del codice (QT) che utilizza la libreria GMP per il calcolo con numeri grandi.
L'uso di questo codice mi ha aiutato moltissimo a capire le proprietà e i limiti degli agoritmi crittografici.
Prossimamente pubblicherò su questo blog i sorgenti.



Cryptography is OK, but also the Greek sea!
A PDF file is available here for download. English only.
Crypto-Tool PDF

domenica 12 febbraio 2017

Astro-Versi

Incontro al Liceo Berto di Mogliano Veneto

L'evento è organizzato dal Circolo Culturale "G. Galilei" di Mogliano Veneto in collaborazione con SOMS, l'Assessorato alla Cultura del Comune di Mogliano Veneto, il Liceo "G. Berto" ed il Circolo degli Astrofili di Mestre "G. Ruggieri", di cui faccio parte.
Venerdì 24 febbraio parleremo di Cielo e Miti, alternando ai testi classici le informazioni scientifiche.
Appuntamento all'aula magna del Liceo a Mogliano.


martedì 10 gennaio 2017

CIBOTRON

Intervista dal futuro

Come mangeremo nel futuro? Ma soprattutto "cosa" mangeremo?
La crescita della popolazione mondiale richiede di trovare una soluzione al problema della nutrizione che sia compatibile con le risorse del Pianeta.
Con l'amico Fabio Roncato, artista eclettico e visionario, ci siamo divertiti ad esplorare una soluzione in una sorta di intervista Cosplay futuristica.
Giusto per divertimento... (versione in italiano)

Gianpietro e Fabio
https://drive.google.com/open?id=0B46kIc2y96X7ZTYyYjlzTmJPOHM


sabato 24 dicembre 2016

Nuove sfide

CAMBIAMENTI

Dopo 21 anni trascorsi a disegnare dispositivi medicali per la neurofisiologia (sistemi di acquisizione, stimolazione, interfacce, ecc.) è arrivato il momento di dare una svolta e vedere se è possibile trasferire queste conoscenze in un settore completamente diverso.
Dal primo gennaio 2017 il mio ambito di lavoro sarà quello denominato HVAC (riscaldamento e condizionamento).
Una sfida interessante e resa più gradevole dalla squadra di persone che ho la fortuna di incontrare.
Un saluto affettuoso ai miei ex colleghi di lavoro (Micromed S.p.A.).



sabato 2 luglio 2016

La scatola dell'energia

Estate: fa caldo. Inverno: fa freddo.
Spendiamo energia per rinfrescarci in un caso e per riscaldarci nell'altro.
Sarebbe comodo poter immagazzinare da qualche parte l'energia dell'estate da usare in inverno per mitigarne il rigore.
Qualcuno ha pensato di utilizzare delle grandi riserve d'acqua in contenitori isolati: riserve da riscaldare con il sole nei mesi estivi e da utilizzare poi in quelli invernali.
A parte questi metodi drastici, il problema di immagazzinare l'energia in modo efficiente, per poterla utilizzare successivamente è una questione di fatto ancora irrisolta.
Le batterie ricaricabili convenzionali sono una soluzione di un certo rispetto ma l'efficienza di accumulo (ossia il rapporto tra l'energia impiegata a caricare l'elemento e quella restituita durante la scarica) varia inizialmente tra il 75% e l'85%, per diminuire progressivamente ad ogni ciclo. Questo perché c'è di mezzo una reazione che trasforma l'energia immagazzinata in un legame chimico la cui scissione successiva ne restituisce solo una parte.
Le batterie normalmente utilizzate sono quelle al piombo in soluzione acida, quelle Nichel-metallo idrato (NiMH) e quelle, molto popolari, al Litio.
Questi sistemi di accumulo si basano sulla realizzazione o sulla modifica di legami chimici solo parzialmente reversibili.
Le conseguenze sono un invecchiamento del dispositivo con l'utilizzo ed un progressivo decadimento delle prestazioni.
Il numero di cicli di carica/scarica può variare da qualche centinaio fino ad un migliaio ma inesorabilmente dopo un certo tempo occorre provvedere alla sostituzione dell'elemento.
Inoltre per alcuni accumulatori esiste un problema di compatibilità e sostenibilità ambientale. Ad esempio il piombo è estremamente tossico mentre il Litio è un elemento destinato ad esaurirsi.
La fame di un accumulatore ideale sta crescendo anche in prospettiva dell'utilizzo per l'auto elettrica.

Da qualche tempo si è affacciata sulla scena una nuova tecnologia: quella dei cosiddetti SUPERCAPACITORI. Si tratta di condensatori convenzionali che si basano sul principio dell'accumulo dell'energia per via elettrostatica, ma che hanno valori di capacità ESTREMAMENTE elevati.
I valori di capacità normalmente utilizzati in elettronica coprono 10 decadi e partono da qualche decimo di millesimo di miliardesimo di Farad (F=unità di misura della capacità) fino a qualche decina di millesimi di Farad. É un record di dinamica.
Ma anche i condensatori convenzionali di valore più elevato non riescono ad accumulare sufficiente energia per gli usi richiesti nelle applicazioni a batteria.
Un piccolo esempio può chiarire le idee.
La batteria del nostro cellulare ha una capacità che si misura in Ampere*ora (Ah). Una batteria al Litio da 2Ah può fornire una corrente di 2Ampere (A) per un'ora prima di esaurire la sua carica. Se la corrente richiesta scende a 1A allora la durata sarà di 2 ore. Il prodotto Corrente*Tempo deve essere sempre 2, in questo caso.
Se la tensione media della batteria è di 3V, l'energia fornita durante la scarica sarà, approssimativamente, di:
V*I*t=3Volt x 2A x 60secondi x60minuti=21600Joule
Un condensatore convenzionale da 10mF (10 millesimi di Farad, un valore decisamente grande) caricato a 10Volt, riesce ad accumulare un'energia pari a:
1/2*C*V^2=1/2*0.01F*(10Volt)^2 = 0.5Joule
quasi 50000 volte inferiore.
Sembra quindi che la partita sia chiusa e che non ci siano argomenti a favore dell'uso dei condensatori come accumulatori di energia.

Qualcuno ricorderà che negli anni '80 esistevano solo i LED di colore rosso e che, piano piano, apparvero dapprima quelli di colore giallo e poi quelli di colore verde anche se con un'efficienza luminosa inferiore a quella dei led rossi. Si disse che non era fisicamente possibile ottenere LED di colore diverso poiché la lunghezza d'onda del blu non era compatibile con il meccanismo fisico di generazione della luce nel semiconduttore e quindi ci si sarebbe dovuti accontentare di usare solo questi tre colori. Non parliamo, ovviamente di ottenere LED bianchi visto che si sarebbe dovuto generare uno spettro di emissione largo e non a righe. Questione chiusa.
Oggi, i LED bianchi (e quelli blu) sono più diffusi di quelli rossi ed hanno un'efficienza incomparabilmente più alta degli altri.
La cosa suona nello stesso modo: i condensatori (quelli elettrostatici) non potranno mai superare le prestazioni di accumulo di energia delle batterie. Punto.

Chi non sa che cos'è il GRAFENE può consultare la relativa pagina di Wikipedia e scoprire che nel 2010 (solo 6 anni fa) due ricercatori inglesi hanno ricevuto il premio Nobel per i loro studi su questa curiosa forma allotropica del carbonio.
Il grafene, tra le mille incredibili proprietà che possiede, può essere organizzato in fogli dello spessore di un atomo, ha una conduttività migliore di quella dell'argento ed è il materiale meccanicamente più resistente mai realizzato: un'amaca di un metro quadrato di grafene riesce a sostenere un gatto di 4Kg ma ha un peso equivalente a quello di un baffo di quel gatto (0.7mg)!
Il grafene diventa quindi l'armatura ideale di un condensatore, in grado di accumulare energia in forma elettrostatica: estremamente sottile, conduttivo e meccanicamente stabile.
Dove arriviamo con il grafene applicato alla realizzazione dei condensatori?
Ricordate la legge di Moore per la tecnologia dei computer?: “il numero dei transistor impacchettati negli integrati raddoppia ogni due anni”.
Una legge incredibilmente esatta dal 1971 ad oggi.
Nel caso dei Supercap, dall'avvento del grafene, si assiste ad una progressione ancor più impressionante: nell'arco di un anno la capacità disponibile si è quasi DECUPLICATA!
Al momento in cui scrivo, la capacità si assesta a 10000 Farad per una tensione di lavoro massima di 2.8V.
In termini di energia immagazzinata si ottiene:
1/2*C*V^2= 0.5*10000*2.8^2 = 39200Joule
ossia superiore a quella immagazzinata da una batteria al Litio da 2Ah. Grazie all'assenza di un processo di accumulo elettrochimico ma solo elettrostatico, si raggiunge un'efficienza del 98%.
Tuttavia abbiamo ancora uno scoglio: una batteria al litio pesa un decimo ed ha un volume 15 volte inferiore al supercap.
Ci si deve lavorare, ma non manca molto!
Occorre anche considerare che il grafene non soffre dei problemi di ecocompatibilità del piombo e di esaurimento delle scorte del Litio; inoltre un supercap sopporta decine di migliaia di cicli di carica e scarica ed è in grado di erogare tutta l'energia in una frazione di secondo senza danneggiarsi.
I SUPERCAP, o una loro evoluzione, saranno certamente l'elemento di accumulo di energia del futuro.
Restate sintonizzati!
Supercap (3500F) con il relativo circuito di controllo di carica, prima versione
Il prototipo di unità di accumulo (rev. 2) che ho progettato e realizzato con elementi da 7500F. Il sistema opera a 14V-3000F, 294KJ

martedì 1 marzo 2016

ARCOBALENI

Ho pubblicato su YouTube il video di un incontro che ho organizzato al Museo della Radio "p. Ruggero" di Marghera, lo scorso 26 febbraio.
Ho raccontato la meravigliosa fisica dell'Arcobaleno, ispirato da una conferenza del grande fisico Walter Lewin.
Buona visione.